Tu donna di Marialaura Pisani

 


Tu, Donna, mi hai rapito con il tuo fascino, quando, passando per quel viale buio e gelido, tu eri lì, che passeggiavi con tanta grazia e tanto pudore che per me era diventato un mistero, lasciando quella scia di fragranza dolce e passionale che non si poteva ignorare, per quanto fosse così impotente e fragile il cuor mio.
Allora ti ho inseguita fino a quel cancello, dove i miei passi non erano in grado di oltrepassarlo, e allora ho dato il compito ai miei occhi di non perderti, di godere la tua bellezza che solo tu potevi donare ad un cuore solitario e fragile.
Ma tutto d'un tratto, da quella finestra, il tuo bel corpo sbocciava con tutta la sua innocenza, con quella pelle bianca e delicata che sembrava di porcellana, fredda come l'inverno e pura come la sorgente.
I tuoi capelli erano come quelle increspature di onde di un mare emozionato per quanto fosse stato baciato dalla luna.
Ti giravi, mi lanciavi uno sguardo luminoso, come se fosse una lanterna che illuminava la lunga notte d'inverno, con quel sorriso malinconico e dolce, con quelle labbra che sembravano petali di rosa.
Vorrei poggiare le mie labbra sulle tue per illuminare il mio cuore e riscaldare il tuo.

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